Il "marchio storico italiano" tra mito e realtà.
- mbosshard8
- 8 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Tutti ne parlano, ma in pochi lo hanno capito davvero. Cosa? Il marchio storico italiano (https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/marchio-storico-di-interesse-nazionale).

Si tratta di un segno di certificazione, ossia - in sostanza - di un segno il cui uso può essere concesso solo quelli che si trovano in una certa situazione, prevista dalla legge. Solo in presenza dei requisiti si può chiedere e ottenere dall'ente concedente (che è l'UIBM) di essere iscritti nel registro dei marchi storici italiani di interesse storico e solo se se si è inseriti nel registro si può usare il segno in questione.
Ma a questo punto occorre farsi una domanda: se una società italiana opera sul mercato da decenni usando un determinato segno distintivo, se non ha ottenuto la certificazione di marchio storico italiano non può dire che il suo marchio è "storico" e/o che è "italiano"?
Ovviamente può farlo, a patto di non usare proprio il segno "ufficiale" o un segno molto simile, altrimenti commette un illecito concorrenziale, in sostanza di appropriazione di pregi. Tutto semplice, dunque. Non esattamente, considerando che "storico" e "italiano" sono aggettivi e dunque termini generici, che nessuna legge potrà mai attribuire in esclusiva a qualcuno che intenda usarli per descrivere un prodotto contraddistinto da un marchio che abbia le caratteristiche che descrivono. Ma anche l'uso in funzione descrittiva della sagoma dello cartina geografica italiana potrebbe beneficiare di un trattamento regime.
Dunque, la vera domanda da porsi è sulla base di quali criteri si decide che un segno che contiene quei termini o quella sagoma è "troppo simile" a quello ufficiale per essere ritenuto lecito? Si tratta questione sottile, ma altrettanto importante, dato che è solo sulla base di queste valutazioni che un'impresa che ha un marchio italiano che usa da diversi decenni può decidere se è il caso di richiedere l'uso del segno "ufficiale" o se è meglio dire al mercato per altre vie che il proprio marchio, la propria attività o i propri prodotti sono "italiani" e "storici".



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