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Sviluppare o acquistare tecnologia (capendo il ruolo che la proprietà industriale riveste nel farlo)


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Quando si ha una buona idea nel settore della tecnica occorre passare dall'idea ad una tecnologia applicabile. Per far questo occorre trovare chi la sviluppi. Per svilupparla occorre trovare chi finanzi lo sviluppo. Per avere un finanziamento occorre dare un valore economico all'idea, anche se non è ancora tradotta in tecnologia applicabile. Come si fa?




Semplice: si deve tradurre l'idea nella soluzione ad un problema tecnico, descriverla in modo chiaro, depositare - nella maggioranza dei casi - una domanda di brevetto nazionale (che potrà poi essere estesa all'estero, ma solo entro un certo periodo di tempo) e poi tentare ad una stima del valore economico della soluzione brevettata. Con una domanda di brevetto (recente, ossia che può essere ancora estesa all'estero) e una stima del valore della soluzione che ne forma oggetto si può iniziare seriamente a cercare un finanziatore o un partner industriale. Quando poi si trova qualche partner interessato, occorre scrivere bene i contratti di finanziamento e di collaborazione.


Altre volte un brevetto non serve (ad esempio per certi programmi software o per procedimenti aziendali riservati), ma servono comunque altri accorgimenti legali per avere protezione. Solo dopo essersi tutelati adeguatamente si può "partire" alla caccia di partner o di finanziatori. Senza tutela il cacciatore, il più delle volte, finisce preda di imprese più grandi e strutturate che, invece, sanno bene come muoversi sul terreno del diritto delle nuove tecnologie: sanno bene queste imprese che - quando non c'è un valido diritto di proprietà intellettuale - la regola, a differenza di quel che si pensa di solito, è che si può liberamente copiare una idea tecnologica.


Concentriamoci sulla valutazione della tecnologia: anche l'oggetto di un brevetto può essere oggetto di due diligence. Ma si tratta di due diligence un po' particolari. Oltre al valore di mercato dell'applicazione dell'invenzione o del trovato innovativo, infatti, c'è molto dell'altro: si tratta di valutare la forza del brevetto o del titolo di proprietà industriale in termini di validità rispetto alla tecnologia analoga precedente, l'estensione del diritto esclusivo che conferisce, l'innovatività rispetto alle soluzione simili che c'erano prima, i possibili conflitti con altri brevetti o altri diritti di proprietà industriale di terzi. Occorre poi anche tenere conto dello stadio di sviluppo del progetto; occorre capire se e quanta ingegnerizzazione serve per passare dalla soluzione descritta nel brevetto alle applicazioni concrete. Infine occorre saper tenere conto dei tempi prevedibili per le procedure di estensione e di brevettazione.


Non si tratta certo di una cosa banale: può durare un paio di settimane ma anche un paio di mesi (a seconda dei settori). E richiede assistenza specialistica coordinata: serve un tecnico dell'impresa, serve un commerciale, serve un agente brevettuale, servono un legale esperto in IP e un dottore commercialista che sia pratico di queste valutazioni. Il tutto ovviamente ha un costo. Eppure, non investire risorse in questa verifica significa ridurre pesantemente la possibilità di avere accesso al mercato. Anzi, a volte significa farsi rubare una buona idea da sotto il naso proprio da chi si era presentato come un partner d'affari.


Lo stesso vale dall'altra parte, ossia quando "si compra" un tecnologia. Anche qui occorre valutare tanti aspetti e non solo quello economico. Nella proprietà intellettuale il valore sta nell'esclusiva, ossia nel fatto di avere il diritto di impedire a tutti gli altri di sfruttarla. Ma una valida esclusiva ha delle condizioni e dei limiti previsti dalla legge. Se non si analizzano quei limiti e quelle condizioni si rischia di aver pagato dei soldi per nulla.


Per farla beve: per le imprese che intendono oggi operare nei settori tecnologici ad alta innovazione (digital, green economy, online business e medical), occorre investire prima, per evitare di avere costi (o - peggio- danni) dopo. All'estero lo fanno già. In Italia un po' meno.

 
 
 

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